Venerdì 15 settembre alle 0re 18.00, presso Casa de Rodis a Domodossola
Si terrà l’inaugurazione della mostra: Vigezzini di Francia organizzata dal partner Associazione Poscio
La mostra sarà visitabile dal 16 settembre al 26 novembre ai seguenti orari: venerdì 15-19, sabato e domenica 10-13 e 15-19.
“Ispirazione e fondamento della mostra sono il titolo e lo spirito della monografia Vigezzini di Francia, redatta con cura e passione da Dario Gnemmi, autorevole studioso e caro amico.
Enrico Cavalli auspicava una Storia dell’Arte Vigezzina e Dario Gnemmi nella sua opera ha iniziato con l’approfondimento del periodo centrale, dall’Ottocento alla prima metà del Novecento, evidenziando l’importanza del particolare legame con l’arte e la cultura francesi.
Il percorso espositivo si apre con una prima sezione, al piano terra, dedicata a due autori francesi dell’Ottocento, Ravier e Monticelli, che influenzarono la visione e il sentire dei Vigezzini.
Il primo piano riunisce opere – ritratti, nature morte e paesaggi – dei principali pittori vigezzini dell’Ottocento: Carlo Gaudenzio Lupetti, Antonio Maria Cotti, Bernardino Peretti e Antonio dell’Angelo, fino a Enrico Cavalli, punto apicale e di svolta della storia della pittura vigezzina.
Al secondo piano si ammirano le tele dei “magnifici quattro”, gli allievi più amati di Enrico Cavalli alla Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini: Carlo Fornara, Giovanni Battista Ciolina, Lorenzo Peretti Junior e Gian Maria Rastellini.
Le opere della generazione successiva, di cui fanno parte Camillo Besana, Alfredo Belcastro e Severino Ferraris, sono esposte nel sottotetto, mentre nel seminterrato è allestita una sezione dedicata ai disegni.
INAUGURIAMO la mostra VIGEZZINI DI FRANCIA venerdì 15 settembre, alle ore 18 a Casa De Rodis con il “racconto alchemico” di Davide Brullo Val Vigezzo, la Tahiti dell’arte italiana.
A partire dallo studio miliare di Dario Gnemmi, Vigezzini di Francia, Davide Brullo racconterà l’epopea dei pittori vigezzini, attraverso alcune figure-totem: Enrico Cavalli, Carlo Fornara, Lorenzo Peretti Junior & altri:
Ciascuno di questi pittori pare interpretare i canoni della quête cavalleresca: la ricerca di un proprio linguaggio pittorico personale si fonde alla necessità del viaggio, dell’avventura nell’ignoto, dell’ascesi spirituale, a cui segue il ritorno, con la conseguenza – spesso – del frainteso, di una formidabile rottura con i canoni del tempo. Famelici di vita – intima o selvaggia, in un rigore claustrale o nell’esplosione ferale – i “vigezzini”, pittori “interrotti”, maldestri al mondo, interpretano la loro arte con impeto da visionari, come fosse un Magnum Opus, la grande opera, l’opera al nero.”
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