Un Bach vigezzino nella revisione di Jean Barbieri

4 luglio ore 21.00

Concerto Un Bach vigezzino nella revisione di Jean Barbieri con Davide Besana violino e Roberto Bassa pianoforte.

Le sonate per violino e cembali di Johann Sebastian Bach

Per Bach il violino fu lo strumento attraverso cui esprimere la più lirica effusione della sua ispirazione, quello a cui ha dedicato molte tra le sue più belle opere.
Ad esso si dedicò sin dalla giovinezza, ma fu a Coethen, al servizio del principe Leopoldo lui stesso eccellente violinista, poté svilupparne una profonda conoscenza anche attraverso le opere di molti musicisti internazionali.
E’ ragionevole supporre che, nel felice soggiorno di Coethen, tra il 1714 e il 1722, egli concepì e mise in forma definitiva le Sei sonate per violino e cembalo.
Si è soliti oggi definire queste sonate per “ violino e cembalo” attribuendo un senso di predominio allo strumento ad arco, ma Bach stesso le definì per clavicembalo e violino sottolineando il fatto che lo strumento a tastiera non è mai relegato al ruolo di semplice accompagnatore. Ina esse è sempre vivo il dialogo tra i due strumenti su di un livello paritetico in cui, sotto la parte del violino la mano sinistra realizza e sviluppa una articolata parte di basso continuo e la mano destra una vera e propria parte di secondo violino.
Quasi tutte le sonate, fa eccezione quella in sol, sono costruite sullo stile delle sonate da chiesa nella alternanza dei tempi lento-veloce-lento-veloce.
Bach realizza una sontuosa sintesi tra gli stili che aveva approfondito a Coethen quello austero dei musicisti del nord e quello della melodia e della vivacità della scuola italiana della scuola italiana in particolare di Corelli.
La curiosa versione curata dal violinista vigezzino Jean Barbieri per alcune esecuzioni in case nobili e borghesi della valle e del Canton Ticino con pianisti vigezzini e Ticinesi si distingue per alcune particolarità
Il dott. Muller attuale proprietario della partitura sottolinea i chiari rimandi (nella linearizzazione della parte pianistica dettata da necessità di chiarezza) ad edizioni romantiche oggi ormai desuete, ma la cui conoscenza evidenzia l’elevato livello culturale degli esecutori, vi è poi un gusto modernissimo, che alcuni noti esecutori stanno elaborando, per fraseggi compositi e spericolati di sapore quasi jazzistico.
Una versione originale dunque, molto lontana da ogni rigore filologico, ma sicuramente interessante e proiettata ad un futuro da scoprire.

Roberto Bassa

Sonata in si minore BWV 1014 : Adagio – Allegro – Andante – Allegro

Ingresso a contribuzione responsabile fino ad esaurimento posti.

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